
Documenti e storie del tratturo
Testimonianza di Valerio Berardo:
"Per quanto riguarda i fondi destinati al tratturo, ho avuto l’opportunità di seguire un po’ i dibattiti tra sindaci, università, antropologi e, in qualche rara occasione, anche allevatori. La presentazione del Master Plan che c'è stata poco tempo fa, ha alzato un bel polverone sotto il cielo molisano, creando forse anche delle spaccature tra tutti gli interessati che siano essi universitari, architetti, associazioni, sindaci e qualche raro allevatore. Ho continuato a pascolare il mio gregge cercando di crearmi un reddito che mi permetta di mantenere la mia azienda produttiva con le risorse naturali già presenti sul territorio. Il tratturo, per me, è la risorsa primaria e mi permette di spostare il gregge agevolmente tra i vari pascoli. La sua estensione e la sua biodiversità sono fondamentali per chi come me pascola quotidianamente. La conservazione del pascolo e il miglioramento dello stesso si possono conservare solo con l’azione degli animali condotti dal pastore: questo migliora la biodiversità e aumenta gli spazi aperti in montagna. Nello stesso tempo gli animali concimano il terreno ed il pascolo diventa ogni anno più verde, ma questi devono essere condotti e non lasciati liberi di vagare. La porzione di tratturo interessato in questo caso è molto estesa: sono migliaia di ettari e sono ancora di più se si considera i dislivelli (se non erro è di oltre 300 km per oltre 100 metri di larghezza). Potrebbero esistere almeno 50 aziende con minimo 50 capi di bestiame ognuna. Ai giorni nostri, se percorriamo le strade che attraversano i tratturi, non si incontrano tanti pastori. In Italia il numero di capi di bestiame allevato negli anni è aumentato; al contrario, invece, è successo per il numero di aziende che allevano. Personalmente non sono d’accordo con quasi ogni forma di finanziamento, in quanto si finisce sempre nell’assistenzialismo. Questo porta ad una grossa perdita di attività, tradizioni, cultura, perdita di suolo e spazi aperti in montagna, fondamentali per la sopravvivenza dei paesi, delle sorgenti, dei sentieri e dell’agricoltura. Quest’ultima convive con l’allevamento ed insieme si compensano e possono coesistere, così come l’apicoltura che è evoluta insieme all'allevamento. Ma la realtà è che non ci sono più pastori al pascolo. Gli animali in alpeggio vengono portati con i camion o vagano chiusi in grandi recinti o vengono reclusi in qualche stalla per 8 mesi l’anno (se va bene). Bisognerebbe dunque trovare una valida alternativa che possa incrementare l’attività sul tratturo nei paesi che attraversa. Intanto continuo a praticare l’attività del pascolo il più possibile perché è uno spazio libero ereditato dai nostri avi e anche dagli antenati del nostro bestiame."
Valutazione dello stato attuale dei tratturi molisani di Antonio Meccanici:
Regio Tratturo l'Aquila-Foggia: il tratturo è percorribile in buona parte, anche se ha perso la sua ampiezza naturale. I tratti messi meglio sono da Petacciato alla Bifernina (bivio per Guglionesi) e dalla Statale 87 al confine con la Puglia. Quelli compromessi sono l'attraversamento del fiume Biferno, nel tratto bivio di Guglionesi - Statale 87, dalla rotonda di San Salvo a poco oltre il ponte sul fiume Trigno della Statale 16 e dalla marina di Petacciato alla torretta di Petacciato per presenza imponente della Statale 16. Abbastanza compromesso è nel tratto da poco oltre il ponte del fiume Trigno sulla Statale 16 alla marina di Petacciato, dove è meglio camminare sulla spiaggia o a ridosso di essa. Regio Trattuto Centurelle-Montesecco: è il tratturo messo peggio. A volte è scomparso del tutto, a seguito delle mancate reintegre più recenti. A volte è una flebile traccia tra i campi coltivati. A volte è poco più di un sentiero. Dal fiume Trigno a Montenero di Bisaccia, spesso, è stato asfaltato per costruire una strada comunale. Nel paese di Montenero di Bisaccia, fino al santuario della Madonna di Bisaccia, è stato inglobato nello sviluppo urbano del borgo. Dal santuario fino al torrente Sinarca si divide fra una labile traccia (risalendo la valle occupata, in parte, dai Calanchi) e un sentiero di tre metri circa di larghezza. Dal torrente Sinarca fino al fiume Biferno è fortemente compromesso, rimanendo o una sola flebile linea fra campi coltivati o sentieri di tre metri circa di larghezza. Irrimediabilmente compromesso è fra poco prima del Biferno e il passaggio della Bifernina (impossibile da fare, se non con una deviazione che si allontana dal tratturo). Dopo la Bifernina, è in condizioni migliori fino al confine con la Puglia, anche se è solo un sentiero di tre metri circa di larghezza, fra piccoli punti critici per attraversamento di strade asfaltati importanti e minori (vedi Statale 87). Regio Tratturo Sant'Andrea-Biferno: è fra i meglio conservati. Dall'innesto con il Celano-Foggia, il località Pozzo Sant'Andrea, è un piccolo sentiero di tre metri circa di larghezza. Risalita una collina diventa ampio e molto visibile, fino a risalire su Colle Nevera (Rotello). Qui il punto critico può essere l'attraversamento del torrente Tona e, una volta di nuovo in piano, la presenza di una strada comunale che collega Rotello alle campagne. Superato Colle Nevera, per 10 km circa, il tratturo è bellissimo. Punto altamente compromesso è l'attraversamento del torrente Cigno, impossibile da fare. Riacquista una certa naturalezza quando attraversa le Piane di Larino. Ma dall'incrocio con la Statale 87 fino alla località Schiena d'asino risente molto della presenza di una strada di collegamento fra la Bifernina e la Statale 87. Da Schiena d'Asino al primo bivio per Larino della Bifernina è in buone condizioni, facendosi ammirare per la sua ampiezza. Regio Tratturo Biferno-Ateleta: è percorribile in buona parte. Compromesso dal fiume Biferno al torrene Scorciabove, dove è un sentiero accanto la strada per Palata o è la strada stessa. Dal torrente Scorciabove fino al bivio per Montemitro-Montefalcone del Sannio è in discrete condizioni, anche se è solo un sentiero di tre metri di larghezza. Ma ha continuità, anche se non è di facile lettura per mancanza di ampiezza. Dal bivio Montemitro-Montefalcone del Sannio è in condizioni discrete anche se invaso da piccoli campi coltivati e la strada di collegamento fra Montemitro e la Trignina. Impossibile l'attraversamento del fiume Trigno per presenza di alti argini in cemento. Si dovrebbe bypassare con una lunga deviazione che si allontana dal percorso della transumanza. Dal bivio per Celenza sul Trigno a oltre Torrebruna è in discrete condizioni (sentiero). Olte Torrebruna ha un pezzo compromesso, ma si riesce a superare. Da questo pezzo a Pescopennataro è percorribile, per presenza di sentiero, anche se non sempre intuibile. Da Pescopennataro ad Ateleta è irrimediabilmente compromesso. Regio Tratturo Celano-Foggia: sta in discrete condizioni. Fra ottima e buona percorrenza e, a volte, notevole ampiezza, dal fiume Fortore (confine con la Puglia) fino al fiume Biferno. Difficilissimo, o meglio impossibile, l'attraversamento del fiume Biferno, se non con una deviazione che si allontana dal percorso tratturale. Dal fiume Biferno al fiume Trigno è in discrete condizioni, con ampi tratti molto larghi. Il fiume Trigno è di difficile attraversamento, se non con una breve deviazione asfaltata. Dal fiume Trigno fino al bivio per Pietrabbondante della Trignina è in discrete condizioni. Da questo bivio all'incrocio della strada provinciale che da Pescolanciano porta a Pietrabbondante, è messo male per invasione della vegetazione. Da questa strada a Ponte San Mauro, al di là del pezzettino iniziale sterrato, il resto è strada asfaltata, che lambisce anche la riserva di Collemeluccio. Da Ponte San Mauro alla fornace Santilli (San Pietro Avellana) sta messo male per presenza di grande vegetazione spinosa e frana (poco dopo la Masseria Monte Pizzi). Dalla fornace al confine con l'Abruzzo è in buone-sufficienti condizioni (fra punti un po' più larghi e sentiero di tre metri circa di ampiezza). Regio Tratturo Castel di Sangro-Lucera: non gode di ottima salute. Dalla Taverna della Zittola fin quasi al torrente Vandra non è proprio messo bene, anche se è percorribile (bisogna fare attenzione a vari bivi e alla presenza della vegetazione). Impossibili i chilometri finali prima del torrente per presenza imponente del prugnolo. Questo pezzo è bypassabile con una deviazione che si allontana dal Tratturo. Dal Torrente Vandra a Pescolanciano è messo discretamente bene, fra tratti ampi, più invasi dalla vegetazione eun tratto con larghezza originale. Dopo Pescolanciano fino a Civitanova del Sannio non gode di buona salute. Dopo il paese della famiglia d'Alessandro, il percorso se lo sta riprendendo la vegetazione. Nel tratto del lago di Chiauci, il Regio Tratturo è stato violentato dalla costruzione del bacino idrico artificiale. Dopo il lago e fino a Civitanova del Sannio la vegetazione invade in maniera imponente il percorso. Da Civitanova a poco oltre Duronia, il percorso è messo male: strada asfaltata, vegetazione che impedisce il passaggio del tratto intorno il torrente Fiumarella. La salita per Duronia è critica per presenza di vegetazione e piccole frane. Dopo Duronia, in particolare nella pineta, la situazione è critica per presenza di folta vegetazione. Da poco oltre Duronia a Torella del Sannio, il tratturo è percorribile, anche se solo come sentiero, per presenza di vegetazione e strada asfaltata. Da Torella del Sannio al fiume Biferno è il pezzo messo meglio, in particolare da Torella a Castropignano, con tratti piuttosto ampi. solo prima di Castropignano si riduce, nuovamente a sentiero, che manterrà, come caratteristica fino al principale corso d'acqua molisano. Irrimediabilmente compromesso il passaggio del fiume Biferno, per mancanza di un ponte. Si può bypassare questo pezzo con una deviazione asfaltata, anche se resa complicatissima dalla presenza della Bifernina. Dal fiume Biferno alla tangenziale di Campobasso il tratturo è messo piuttosto bene. Complicatissimo è l'attraversamento della tangenziale di Campobasso fino alla Taverna del Cortile. Dalla Taverna a Campodipietra, il percorso è ben messo, in particolar modo da contrada Camposarcone a Campodipietra. Da Campodipietra al ponte dei tredici archi (confine con la Puglia) il tratturo è quasi irrimediabilmente compromesso per preseza di strada statale per Foggia e vegetazione. Nel tratto finale molisano, fra Tufara e San Marco la Catola è in buone condizioni (confine Molise-Puglia-Campania). Regio Tratturo Pescasseroli-Candela: non ottime condizioni. Dal confine Abruzzo-Molise a Rionero Sannitico è in discrete condizioni, anche se solo un sentiero di ampiezza. Da Rionero a poco prima di Isernia ha continuità, anche se lotta fra vegetazione e il vecchio tracciato della Statale 17. Nel tratto del comune di Isernia è completamente scomparso (strada statale 17 e inurbamento della città stessa). Su Colle La Guardia è irrimediabilmente compromesso per presenza vegetazione. Da Fonte Salomone al valico di Castelpetroso è in discrete condizioni per recupero del tracciato. Dal valico fino al bivio per Cantalupo nel Sannio sulla Statale 17 combatte con la vegetazione ed è solo un sentiero. Impossibile, a causa della vegetazione, il passaggio dopo la Taverna di Cantalupo. Dopo questo punto critico, fino a fiume Tammaro, il tratturo è in discrete condizioni, a volte ampio come un sentiero, a volte ampio come in origine. Solo un pezzettino è pieno di vegetazione, in agro di Sepino. Braccio Tratturale Cortile-Centocelle: in sufficienti condizioni. Percorribile per intero, anche se risente del tracciato della Statale 87 ed è largo come un sentiero. Braccio Tratturale Cortile-Matese: in cattive condizioni. Dalla Taverna del Cortile a dopo Campobasso non esiste più, perché mangiato dallo sviluppo della città e della sua area industriale-commerciale. Da contrada Cese (a Campobasso) fino a Campochiaro è ricoperto di asfalto per la presenza di strade comunali e pochi pezzi a fondo naturale (larghi quanto un comune sentiero). Tratturello Castel del Giudice-Sprondasino: in sufficienti condizioni. Da Castel del Giudice ad Agnone è percorribile, anche se con alcune difficoltà per intercettare il percorso. Da Agnone a Sprondasino non so, non l'ho mai percorso. Tratturello Sprondasino-Pescolanciano: inesistente. Non esiste più. Tratturello Ururi-Serracapriola: sufficienti condizioni. Spesso un sentiero comune, ma quasi interamente percorribile.
La transumanza in Molise
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"I Tratti della Ruralità" di Sabino Lo Buono
Nel file sottostante è disponibile il libro "I Tratti della Ruralità" di Sabino Lo Buono